Autosvezzamento: di cosa si tratta?
Il termine autosvezzamento riguarda una modalità alternativa di svezzare il bambino molto piccolo che si discosta dagli schemi classici maggiormente proposti dai pediatri e utilizzati dalla maggior parte dei genitori. I sostenitori dell’autosvezzamento lo considerano un metodo più sano e naturale rispetto allo svezzamento classico e ritengono che sia maggiormente rispettoso della crescita spontanea del bambino e delle sue esigenze e necessità.
Come tutti i genitori sanno, i pediatri solitamente consigliano un'alimentazione basata unicamente sul latte materno (o artificiale in caso di mancanza di quello materno) per almeno i primi 6 mesi di vita. Successivamente si propone di proseguire l’alimentazione con il latte ma di aggiungere, settimana dopo settimana, alimenti diversi sotto forma di omogeneizzati, liofilizzati, minestrine, semolini e altre preparazioni morbide e facili da consumare per il bambino molto piccolo. In questo modo il bambino si abituerà in maniera graduale ai sapori diversi e sarà più facile per i genitori distinguere quali sono i cibi che il proprio bambino preferisce, quali non sopporta e quali invece gli provocano reazioni allergiche se presenti.
L’autosvezzamento si pone in maniera diversa e ha come obiettivo quello di incentivare l’autonomia del bambino fin da subito dando a lui stesso il compito di entrare gradualmente a contatto con alimenti diversi, regolandosi di conseguenza per le volte successive. Non esistono quindi schemi da seguire o cibi che devono essere introdotti nell’alimentazione prima o dopo. Viene sostenuta l’importanza di proseguire con l’allattamento per l’alimentazione principale e il nutrimento maggiore, in quanto il latte materno si modifica con il crescere del bambino e risulterà sempre abbastanza nutriente in base alle nuove esigenze fisiche del piccolo. Ad esso si associa però un’alimentazione complementare scelta dal bambino: sarà infatti lui stesso a decidere che cosa provare a mangiare di volta in volta e che cosa no; il vostro compito principale sarà quello di vigilare su di lui predisponendo sulla vostra tavola cibi sani ed equilibrati, meglio se preparati in casa, oltre a tagliare gli alimenti a pezzetti piccoli per facilitare il pasto.
Non si tratta però di creare minestre e preparazioni liquide! Il bambino dovrà gestire da solo l’incontro con i cibi solidi e valutare in autonomia la consistenza degli alimenti. Spesso si tratterà semplicemente di assaggi ma lasciargli campo libero vi lascerà senza parole: i bambini sono in grado di autoregolarsi molto bene e di apprendere velocemente dalle piccole esperienze fatte quotidianamente. In questo modo noterete come possa essere più facile far mangiare al vostro bambino molti più alimenti e in minor tempo rispetto allo svezzamento classico e come sarà facile accorgersi ancor prima di eventuali allergie o intolleranze alimentari. Pare addirittura che sia meno probabile sviluppare allergie di vario tipo se posti a contatto con alimenti potenzialmente pericolosi in tenerissima età piuttosto che da più grandi.
La scelta dell'autosvezzamento richiede una grande convinzione da parte del genitore o dei genitori, in quanto saranno proprio loro a fare da punto di riferimento per il bambino: servirà un’atmosfera calma e condivisa relativamente al momento del pasto e, quest'ultimo, dovrà diventare qualcosa di gioioso e piacevole da fare insieme a tutta la famiglia.
Come tutti i genitori sanno, i pediatri solitamente consigliano un'alimentazione basata unicamente sul latte materno (o artificiale in caso di mancanza di quello materno) per almeno i primi 6 mesi di vita. Successivamente si propone di proseguire l’alimentazione con il latte ma di aggiungere, settimana dopo settimana, alimenti diversi sotto forma di omogeneizzati, liofilizzati, minestrine, semolini e altre preparazioni morbide e facili da consumare per il bambino molto piccolo. In questo modo il bambino si abituerà in maniera graduale ai sapori diversi e sarà più facile per i genitori distinguere quali sono i cibi che il proprio bambino preferisce, quali non sopporta e quali invece gli provocano reazioni allergiche se presenti.
L’autosvezzamento si pone in maniera diversa e ha come obiettivo quello di incentivare l’autonomia del bambino fin da subito dando a lui stesso il compito di entrare gradualmente a contatto con alimenti diversi, regolandosi di conseguenza per le volte successive. Non esistono quindi schemi da seguire o cibi che devono essere introdotti nell’alimentazione prima o dopo. Viene sostenuta l’importanza di proseguire con l’allattamento per l’alimentazione principale e il nutrimento maggiore, in quanto il latte materno si modifica con il crescere del bambino e risulterà sempre abbastanza nutriente in base alle nuove esigenze fisiche del piccolo. Ad esso si associa però un’alimentazione complementare scelta dal bambino: sarà infatti lui stesso a decidere che cosa provare a mangiare di volta in volta e che cosa no; il vostro compito principale sarà quello di vigilare su di lui predisponendo sulla vostra tavola cibi sani ed equilibrati, meglio se preparati in casa, oltre a tagliare gli alimenti a pezzetti piccoli per facilitare il pasto.
Non si tratta però di creare minestre e preparazioni liquide! Il bambino dovrà gestire da solo l’incontro con i cibi solidi e valutare in autonomia la consistenza degli alimenti. Spesso si tratterà semplicemente di assaggi ma lasciargli campo libero vi lascerà senza parole: i bambini sono in grado di autoregolarsi molto bene e di apprendere velocemente dalle piccole esperienze fatte quotidianamente. In questo modo noterete come possa essere più facile far mangiare al vostro bambino molti più alimenti e in minor tempo rispetto allo svezzamento classico e come sarà facile accorgersi ancor prima di eventuali allergie o intolleranze alimentari. Pare addirittura che sia meno probabile sviluppare allergie di vario tipo se posti a contatto con alimenti potenzialmente pericolosi in tenerissima età piuttosto che da più grandi.
La scelta dell'autosvezzamento richiede una grande convinzione da parte del genitore o dei genitori, in quanto saranno proprio loro a fare da punto di riferimento per il bambino: servirà un’atmosfera calma e condivisa relativamente al momento del pasto e, quest'ultimo, dovrà diventare qualcosa di gioioso e piacevole da fare insieme a tutta la famiglia.
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