Allergie nei bambini: le più diffuse e consigli per prevenirle

Le allergie dei bambini non devono rappresentare un motivo di ansia, perché sono piuttosto frequenti, ma al tempo stesso bisogna valutare attentamente ogni diagnosi per evitare di confondere un normale disturbo con un’allergia, errore che potrebbe causare al bambino danni più gravi dell’allergia stessa.
È importante partire da qui, perché in molti casi bambini sani vengono considerati allergici, soprattutto al latte vaccino, che viene quindi sostituito da composti alternativi. Il problema è che vengono meno dei principi nutritivi fondamentali senza che ve ne sia motivo.
Bisogna fare attenzione anche ai test allergici sul sangue, i cui parametri possono portare risultati positivi quando non vi sono comunque presenti una sintomatologia o una manifestazione clinica.
Oggi si diagnostica con troppa fretta l’allergia al latte, soprattutto in presenza di pelle secca oppure di diarrea. Quest’ultimo caso, a maggior ragione, dovrebbe far riflettere, perché spesso si tratta di quella che viene definita “diarrea del bambino sano”, cioè la sindrome del colon irritabile.
Scambiare un disturbo di questo tipo con un’allergia è solo controproducente allo sviluppo del bambino.
Quindi, prima di prendere per buona un’allergia per vostro figlio, chiedete più di una diagnosi o insistete con il pediatra perché faccia degli accertamenti più approfonditi.
Fatta questa premessa, passiamo a considerare le allergie più comuni di cui possono soffrire i bambini e vediamo come, e se, è possibile prevenirle.
Allergia alimentare
Tra le allergie più diffuse ci sono quelle alimentari, al latte soprattutto. L’evidenza si palesa nei primi mesi di vita se, dopo lo svezzamento, quindi passando dal latte materno a quello artificiale, il bambino manifesta episodi di orticaria.
In genere, per identificare le allergie alimentari, il pediatra fa somministrare al bambino diversi alimenti, a intervalli di tempo scanditi, per capire se uno o più di essi possano scatenare una reazione allergica.
Dopo il sesto mese, ad esempio, viene introdotto il glutine, per verificare una eventuale intolleranza a esso e lo sviluppo della celiachia; dopo l’ottavo è la volta del tuorlo d’uovo, mentre per l’albume e frutti come pesche e fragole si aspetta il primo anno di vita.
Tra i sintomi visibili di un’allergia alimentare, come detto, ci sono prurito ed eruzioni cutanee, nausea, vomito e talvolta la comparsa di asma.
Allergie respiratorie
Questo tipo di allergie si manifesta nei bambini, solitamente intorno al secondo anno di età ed è causato da un’intolleranza al polline, agli acari o alla muffe. La sintomatologia comprende tosse continua se sono interessati bronchi, lacrimazione e starnuti se si infiammano naso o occhi, mentre gli attacchi di asma sono presenti più raramente.
Per prevenire le malattie respiratorie è opportuno innanzitutto tenere i bambini lontani dagli agenti allergizzanti, evitando la formazione di muffe (se si vive in zone particolarmente umide, è consigliato l’acquisto di un deumidificatore) e tenendo soprattutto la loro cameretta ben pulita dalla polvere.
Allergie agli animali domestici
Qualunque animale domestico può provocare un’allergia nei bambini, ma di solito i responsabili sono cani e gatti, perché più comuni nelle case. L’allergia si sviluppa sia per contatto diretto con l’animale, sia in via indiretta, come ad esempio attraverso altri bambini che hanno animali domestici a casa e portano sugli indumenti i loro peli: una situazione assolutamente non rara, perché spesso i peli si confondono con la lana dei maglioni e di conseguenza non vengono visti e rimossi.
Ogni organismo reagisce in maniera diversa, per cui è probabile che di due bambini, esposti allo stesso modo a degli animali domestici, solo uno diventi allergico al pelo.
La prevenzione essenziale sarebbe quella di non avere animali in casa in presenza di neonati, ma se non se ne può fare a meno, si cerchi almeno di tenere i piccoli lontani da cani, gatti e quant’altro, impedire a quest’ultimi di salire su letti e poltrone e, infine, spolverare e passare spesso l’aspirapolvere.
Prevenzione allergie
Se per prevenire ogni allergia esistono degli accorgimenti particolari, ci sono anche delle linee guida generali per ridurre ulteriormente il rischio.
L’allattamento al seno è fondamentale per la trasmissione di anticorpi dalla mamma al figlio, poi bisogna evitare di introdurre alimenti come il pesce, le uova o i pomodori, potenzialmente allergizzanti, nei primi mesi di vita e senza il parere di un pediatra; infine basta seguire delle elementari misure igieniche e di buon senso, come tenere pulita e aerata casa, smettere di fumare e lasciare il più possibile negli spazi aperti gli animali domestici.
Attenzione ai peluche, che accumulano tantissima polvere e sono tra i giochi preferiti dei neonati: lavateli spesso per eliminare la polvere e scongiurare la proliferazione di acari.
È importante partire da qui, perché in molti casi bambini sani vengono considerati allergici, soprattutto al latte vaccino, che viene quindi sostituito da composti alternativi. Il problema è che vengono meno dei principi nutritivi fondamentali senza che ve ne sia motivo.
Bisogna fare attenzione anche ai test allergici sul sangue, i cui parametri possono portare risultati positivi quando non vi sono comunque presenti una sintomatologia o una manifestazione clinica.
Oggi si diagnostica con troppa fretta l’allergia al latte, soprattutto in presenza di pelle secca oppure di diarrea. Quest’ultimo caso, a maggior ragione, dovrebbe far riflettere, perché spesso si tratta di quella che viene definita “diarrea del bambino sano”, cioè la sindrome del colon irritabile.
Scambiare un disturbo di questo tipo con un’allergia è solo controproducente allo sviluppo del bambino.
Quindi, prima di prendere per buona un’allergia per vostro figlio, chiedete più di una diagnosi o insistete con il pediatra perché faccia degli accertamenti più approfonditi.
Fatta questa premessa, passiamo a considerare le allergie più comuni di cui possono soffrire i bambini e vediamo come, e se, è possibile prevenirle.
Allergia alimentare
Tra le allergie più diffuse ci sono quelle alimentari, al latte soprattutto. L’evidenza si palesa nei primi mesi di vita se, dopo lo svezzamento, quindi passando dal latte materno a quello artificiale, il bambino manifesta episodi di orticaria.
In genere, per identificare le allergie alimentari, il pediatra fa somministrare al bambino diversi alimenti, a intervalli di tempo scanditi, per capire se uno o più di essi possano scatenare una reazione allergica.
Dopo il sesto mese, ad esempio, viene introdotto il glutine, per verificare una eventuale intolleranza a esso e lo sviluppo della celiachia; dopo l’ottavo è la volta del tuorlo d’uovo, mentre per l’albume e frutti come pesche e fragole si aspetta il primo anno di vita.
Tra i sintomi visibili di un’allergia alimentare, come detto, ci sono prurito ed eruzioni cutanee, nausea, vomito e talvolta la comparsa di asma.
Allergie respiratorie
Questo tipo di allergie si manifesta nei bambini, solitamente intorno al secondo anno di età ed è causato da un’intolleranza al polline, agli acari o alla muffe. La sintomatologia comprende tosse continua se sono interessati bronchi, lacrimazione e starnuti se si infiammano naso o occhi, mentre gli attacchi di asma sono presenti più raramente.
Per prevenire le malattie respiratorie è opportuno innanzitutto tenere i bambini lontani dagli agenti allergizzanti, evitando la formazione di muffe (se si vive in zone particolarmente umide, è consigliato l’acquisto di un deumidificatore) e tenendo soprattutto la loro cameretta ben pulita dalla polvere.
Allergie agli animali domestici
Qualunque animale domestico può provocare un’allergia nei bambini, ma di solito i responsabili sono cani e gatti, perché più comuni nelle case. L’allergia si sviluppa sia per contatto diretto con l’animale, sia in via indiretta, come ad esempio attraverso altri bambini che hanno animali domestici a casa e portano sugli indumenti i loro peli: una situazione assolutamente non rara, perché spesso i peli si confondono con la lana dei maglioni e di conseguenza non vengono visti e rimossi.
Ogni organismo reagisce in maniera diversa, per cui è probabile che di due bambini, esposti allo stesso modo a degli animali domestici, solo uno diventi allergico al pelo.
La prevenzione essenziale sarebbe quella di non avere animali in casa in presenza di neonati, ma se non se ne può fare a meno, si cerchi almeno di tenere i piccoli lontani da cani, gatti e quant’altro, impedire a quest’ultimi di salire su letti e poltrone e, infine, spolverare e passare spesso l’aspirapolvere.
Prevenzione allergie
Se per prevenire ogni allergia esistono degli accorgimenti particolari, ci sono anche delle linee guida generali per ridurre ulteriormente il rischio.
L’allattamento al seno è fondamentale per la trasmissione di anticorpi dalla mamma al figlio, poi bisogna evitare di introdurre alimenti come il pesce, le uova o i pomodori, potenzialmente allergizzanti, nei primi mesi di vita e senza il parere di un pediatra; infine basta seguire delle elementari misure igieniche e di buon senso, come tenere pulita e aerata casa, smettere di fumare e lasciare il più possibile negli spazi aperti gli animali domestici.
Attenzione ai peluche, che accumulano tantissima polvere e sono tra i giochi preferiti dei neonati: lavateli spesso per eliminare la polvere e scongiurare la proliferazione di acari.
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