Il parto podalico

Nelle situazioni comuni, poche settimane prima del parto, i feti tendono a posizionarsi con testa diretta verso il canale del parto, pronti ad uscire. A volte, però, essi si presentano in posizione podalica, ovvero:
- Con i glutei verso il canale del parto e piedi distesi lungo il corpo, vicini alla testa;
- Con la fuoriuscita iniziale di un piede o di entrambi;
- Con i glutei posizionati verso il basso e i le gambe piegate a livello delle ginocchia, all’indiana.
Le cause che possono portare al verificarsi di una tale situazione non sono del tutto conosciute, ma di solito il parto podalico si manifesta in seguito a gravidanze multiple o consecutive, quando il parto è pretermine, in presenza di liquido amniotico insufficiente o in eccesso e negli uteri dalla forma irregolare o con fibromi.
La diagnosi di parto podalico può essere eseguita alcune settimane precedenti il termine, per mezzo della palpazione esterna dell’addome o dell’ecografia pelvica.
Modificare la posizione podalica
La posizione podalica può essere modificata, solitamente tra la 32sima e la 37sima settimana, con modalità e possibilità di riuscita differenti.
Quali tecniche vengono adoperate per modificare la presentazione podalica? Ne esistono diverse, a partire dalla versione esterna che, in modo non invasivo e non chirurgico, aiuta il feto a girarsi all’interno dell’utero. Dopo la somministrazione di un farmaco per il rilascio dell’utero, viene visualizzata la posizione del feto con un’ecografia, quindi si controlla anche la quantità di liquido amniotico presente. Tramite spinte opportune e delicate, il feto può essere aiutato nella rotazione, ma bisogna sempre tenere in considerazione il suo battito cardiaco perché, se accelerato, impone l’interruzione della pratica. Le possibilità di successo sono elevate con questa tecnica.
Penny Simkin, un noto fisioterapista, suggerisce invece due tecniche naturali da eseguire a casa, senza bisogno di uno specialista.
Inclinazione del podice: consiste nel distendersi e alzare le anche di 30 cm da terra, poggiando su dei cuscini, per tre volte al giorno, 10 minuti ogni sessione. La situazione ideale è con feto attivo e a stomaco vuoto.
Utilizzo della musica: dato che il feto è in grado di ascoltare suoni provenienti dall’esterno, la riproduzione di musica o vocale può spingere il feto a girarsi verso la direzione del suono. Spesso si utilizzano degli auricolari posizionati sulla parte bassa dell’addome.
Anche rimedi omeopatici come la Moxibustine o la Pulsatilla sono risultati efficaci nella modifica della posizione podalica.
Il parto cesareo
Un'altra conseguenza importante da valutare in caso di presentazione podalica al momento del parto è proprio la tipologia relativa a quest’ultimo: cesareo o vaginale?
Di solito i ginecologici preferiscono non effettuare un parto vaginale perché la testa si trova in posizione tale da uscire per ultima, comportando anche una difficile progressione nel canale da parto e perché talvolta la compressione o il prolasso del cordone ombelicale possono causare una minore ossigenazione al feto.
Inoltre va monitorato costantemente il battito cardiaco e, in caso di anomalie, bisogna essere pronti a procedere con urgenza al cesareo, scelta che resta comunque la più consigliata dai ginecologi, specialmente se la paziente è alla sua prima gravidanza o se ci si trova in presenza di parto prematuro; questa situazione è tra l’altro particolarmente delicata perché la testa del feto prematuro è delicata e rappresenta la parte più voluminosa del corpo, il quale quindi non riuscirebbe a distendere sufficientemente la cervice per permettere un passaggio privo di rischi.
- Con i glutei verso il canale del parto e piedi distesi lungo il corpo, vicini alla testa;
- Con la fuoriuscita iniziale di un piede o di entrambi;
- Con i glutei posizionati verso il basso e i le gambe piegate a livello delle ginocchia, all’indiana.
Le cause che possono portare al verificarsi di una tale situazione non sono del tutto conosciute, ma di solito il parto podalico si manifesta in seguito a gravidanze multiple o consecutive, quando il parto è pretermine, in presenza di liquido amniotico insufficiente o in eccesso e negli uteri dalla forma irregolare o con fibromi.
La diagnosi di parto podalico può essere eseguita alcune settimane precedenti il termine, per mezzo della palpazione esterna dell’addome o dell’ecografia pelvica.
Modificare la posizione podalica
La posizione podalica può essere modificata, solitamente tra la 32sima e la 37sima settimana, con modalità e possibilità di riuscita differenti.
Quali tecniche vengono adoperate per modificare la presentazione podalica? Ne esistono diverse, a partire dalla versione esterna che, in modo non invasivo e non chirurgico, aiuta il feto a girarsi all’interno dell’utero. Dopo la somministrazione di un farmaco per il rilascio dell’utero, viene visualizzata la posizione del feto con un’ecografia, quindi si controlla anche la quantità di liquido amniotico presente. Tramite spinte opportune e delicate, il feto può essere aiutato nella rotazione, ma bisogna sempre tenere in considerazione il suo battito cardiaco perché, se accelerato, impone l’interruzione della pratica. Le possibilità di successo sono elevate con questa tecnica.
Penny Simkin, un noto fisioterapista, suggerisce invece due tecniche naturali da eseguire a casa, senza bisogno di uno specialista.
Inclinazione del podice: consiste nel distendersi e alzare le anche di 30 cm da terra, poggiando su dei cuscini, per tre volte al giorno, 10 minuti ogni sessione. La situazione ideale è con feto attivo e a stomaco vuoto.
Utilizzo della musica: dato che il feto è in grado di ascoltare suoni provenienti dall’esterno, la riproduzione di musica o vocale può spingere il feto a girarsi verso la direzione del suono. Spesso si utilizzano degli auricolari posizionati sulla parte bassa dell’addome.
Anche rimedi omeopatici come la Moxibustine o la Pulsatilla sono risultati efficaci nella modifica della posizione podalica.
Il parto cesareo
Un'altra conseguenza importante da valutare in caso di presentazione podalica al momento del parto è proprio la tipologia relativa a quest’ultimo: cesareo o vaginale?
Di solito i ginecologici preferiscono non effettuare un parto vaginale perché la testa si trova in posizione tale da uscire per ultima, comportando anche una difficile progressione nel canale da parto e perché talvolta la compressione o il prolasso del cordone ombelicale possono causare una minore ossigenazione al feto.
Inoltre va monitorato costantemente il battito cardiaco e, in caso di anomalie, bisogna essere pronti a procedere con urgenza al cesareo, scelta che resta comunque la più consigliata dai ginecologi, specialmente se la paziente è alla sua prima gravidanza o se ci si trova in presenza di parto prematuro; questa situazione è tra l’altro particolarmente delicata perché la testa del feto prematuro è delicata e rappresenta la parte più voluminosa del corpo, il quale quindi non riuscirebbe a distendere sufficientemente la cervice per permettere un passaggio privo di rischi.
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