Gravidanza vegana: alimentazione corretta?

Gravidanza vegana: alimentazione corretta?
In questo articolo cercheremo di darvi tutte le informazioni pre rispondere a questa domanda.
Qualsiasi forma di alimentazione, che apporti il giusto quantitativo di calorie, circa 2.000 al giorno per una donna in gravidanza, e sia in grado di fornire al nostro corpo carboidrati, lipidi e proteine nella giusta misura, oltre a vitamine e sali minerali, è corretta. Nel caso di una donna che, avendo fatto una scelta vegana, non intenda abbandonarla durante la gravidanza, non ci sono evidenze scientifiche di particolari controindicazioni. Ma bisogna fare attenzione a variare gli alimenti consumati e a ingerire le giuste quantità di tutti i principi nutritivi necessari alla sua salute e a quella del bambino.
Ma come può crescere il bambino senza carne?
La convinzione, ancora molto diffusa, secondo cui una donna incinta avrebbe bisogno di assumere molta più carne del solito per favorire la corretta crescita del feto, nasce per lo più da un retaggio del passato, quando, data la generale scarsità di cibo e la povertà delle famiglie, gli alimenti più ricchi e nutritivi si conservavano per le donne in gravidanza.
Inoltre la carne non è, ovviamente, l’unica fonte di proteine e ferro che abbiamo a disposizione: ci sono i legumi innanzitutto, come ceci, fagioli, piselli, lenticchie, oppure tofu e seitan, già utilizzati di norma nella cucina vegana.
In prospettiva, sicuramente introdurre molta frutta e verdura, che spesso i bambini non amano, nella dieta del nascituro contribuirà a fargli apprezzare maggiormente questi gusti e quindi a favorire comportamenti alimentari più corretti nel futuro.
Che dieta seguire?
Oltre a essere variata, è bene integrare la dieta quotidiana con acido folico (che spesso la donna assume sotto forma di pastiglie già nei mesi precedenti la gravidanza e che continua a prendere anche nei primi tempi della gestazione), ferro e vitamina B12, presenti nella frutta secca, come mandorle, pistacchi e noci, e nel lievito di birra. Per il resto un’alimentazione che preveda un consumo quotidiano di frutta fresca, di stagione, e verdure non potrà che avere effetti benefici sia sulla futura mamma che sul bambino, combattendo gonfiori e problemi intestinali.
Attenzione anche al calcio, che di solito si assume tramite latte, yogurt e formaggi, ma che si trova anche nella frutta secca. È anche consigliabile aumentare l’apporto di vitamina C, che favorisce l’assorbimento del ferro.
E quindi?
Non esistono ancora abbastanza studi scientifici a supporto della scelta vegana per la dieta della futura mamma. Lo stesso però si può dire di conclusioni definitive contrarie. Per cui la cosa migliore e più sicura è farsi seguire costantemente da un ginecologo, spiegando la propria scelta e cercando di capire se ci sono delle variazioni o integrazioni necessarie per quanto riguarda certi principi nutritivi, e abbinare una visita di controllo dal nutrizionista.
In questo articolo cercheremo di darvi tutte le informazioni pre rispondere a questa domanda.
Qualsiasi forma di alimentazione, che apporti il giusto quantitativo di calorie, circa 2.000 al giorno per una donna in gravidanza, e sia in grado di fornire al nostro corpo carboidrati, lipidi e proteine nella giusta misura, oltre a vitamine e sali minerali, è corretta. Nel caso di una donna che, avendo fatto una scelta vegana, non intenda abbandonarla durante la gravidanza, non ci sono evidenze scientifiche di particolari controindicazioni. Ma bisogna fare attenzione a variare gli alimenti consumati e a ingerire le giuste quantità di tutti i principi nutritivi necessari alla sua salute e a quella del bambino.
Ma come può crescere il bambino senza carne?
La convinzione, ancora molto diffusa, secondo cui una donna incinta avrebbe bisogno di assumere molta più carne del solito per favorire la corretta crescita del feto, nasce per lo più da un retaggio del passato, quando, data la generale scarsità di cibo e la povertà delle famiglie, gli alimenti più ricchi e nutritivi si conservavano per le donne in gravidanza.
Inoltre la carne non è, ovviamente, l’unica fonte di proteine e ferro che abbiamo a disposizione: ci sono i legumi innanzitutto, come ceci, fagioli, piselli, lenticchie, oppure tofu e seitan, già utilizzati di norma nella cucina vegana.
In prospettiva, sicuramente introdurre molta frutta e verdura, che spesso i bambini non amano, nella dieta del nascituro contribuirà a fargli apprezzare maggiormente questi gusti e quindi a favorire comportamenti alimentari più corretti nel futuro.
Che dieta seguire?
Oltre a essere variata, è bene integrare la dieta quotidiana con acido folico (che spesso la donna assume sotto forma di pastiglie già nei mesi precedenti la gravidanza e che continua a prendere anche nei primi tempi della gestazione), ferro e vitamina B12, presenti nella frutta secca, come mandorle, pistacchi e noci, e nel lievito di birra. Per il resto un’alimentazione che preveda un consumo quotidiano di frutta fresca, di stagione, e verdure non potrà che avere effetti benefici sia sulla futura mamma che sul bambino, combattendo gonfiori e problemi intestinali.
Attenzione anche al calcio, che di solito si assume tramite latte, yogurt e formaggi, ma che si trova anche nella frutta secca. È anche consigliabile aumentare l’apporto di vitamina C, che favorisce l’assorbimento del ferro.
E quindi?
Non esistono ancora abbastanza studi scientifici a supporto della scelta vegana per la dieta della futura mamma. Lo stesso però si può dire di conclusioni definitive contrarie. Per cui la cosa migliore e più sicura è farsi seguire costantemente da un ginecologo, spiegando la propria scelta e cercando di capire se ci sono delle variazioni o integrazioni necessarie per quanto riguarda certi principi nutritivi, e abbinare una visita di controllo dal nutrizionista.
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