Contro il mal di testa l'artiglio del diavolo

A dispetto del nome, l’artiglio del diavolo è un alleato eccezionale contro il mal di testa, soprattutto quando è di origine muscolo-tensivo. Questo rimedio naturale, impiegato da secoli nella medicina tradizionale dai popoli sud africani, vanta una spiccata azione antidolorifica e anti-infiammatoria. Vediamo qual è la posologia indicata e le eventuali controindicazioni.
Le proprietà della pianta con gli uncini
L’artiglio del diavolo, anche noto con il nome di arpagofito, è una liana erbacea perenne con fiori di colore violaceo e frutti dotati di artigli legnosi (da cui il nome), ampiamente diffusa nell’Africa meridionale, soprattutto in Sud Africa, Namibia e Botswana. Della pianta si utilizzano a scopo terapeutico solo le radici laterali tuberizzate, dove si trova la massima concentrazione di principi attivi, in primis l’arpagoside, ma anche flavonoidi, triterpeni e fitosteroli, sostanze cui è riconosciuta una spiccata attività analgesica e antinfiammatoria.
L’artiglio del diavolo, assieme al ribes nigrum, è ritenuto un antidolorifico naturale di grande efficacia non solo contro il mal di testa, ma anche per i dolori cervicali, mal di schiena, tendiniti, osteoartrite, artrite reumatoide, contusioni, sciatica, artrosi e artrite. Questa pianta, inoltre, svolge anche un’attività antiossidante e condroprotettiva (di produzione delle cartilagini) poiché inibisce numerosi fattori di degradazione della cartilagine.
Artiglio del diavolo: dosaggio
L’artiglio del diavolo può essere assunto sotto forma di compresse e capsule, decotti e/o tisane, ma anche in tintura madre, macerato glicerico e persino in pomata. In genere sono consigliati la tintura madre nella dose di 40-50 gocce in poca acqua da assumere 2-3 volte al giorno o meglio ancora l’estratto secco titolato minimo all’1,8% di cui l’80% deve essere rappresentato da arpagoside. La dose giornaliera va da 10 a 16 mg per kg di peso corporeo. La pomata, spesso a base di artiglio del diavolo e di arnica, altra pianta dalle note proprietà antidolorifiche, è particolarmente indicata per i traumi locali.
Ci sono controindicazioni?
Pur avendo una tossicità molto bassa, l’artiglio del diavolo presenta delle controindicazioni. È sconsigliato in gravidanza poiché stimola e rinforza le contrazioni uterine e anticipa il parto, e durante l’allattamento, nei soggetti in cura con farmaci ipoglicemizzanti e in quei pazienti con ulcera duodenale e/o gastrite.
Da evitare anche per quei pazienti che seguono una terapia a base di antinfiammatori non steroidei (FANS), cortisone e farmaci aritmici e per coloro che utilizzano antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti con il warfarin per il quale è stata riscontrata una potenziale interazione, con possibile incremento del rischio di sanguinamento.
Le proprietà della pianta con gli uncini
L’artiglio del diavolo, anche noto con il nome di arpagofito, è una liana erbacea perenne con fiori di colore violaceo e frutti dotati di artigli legnosi (da cui il nome), ampiamente diffusa nell’Africa meridionale, soprattutto in Sud Africa, Namibia e Botswana. Della pianta si utilizzano a scopo terapeutico solo le radici laterali tuberizzate, dove si trova la massima concentrazione di principi attivi, in primis l’arpagoside, ma anche flavonoidi, triterpeni e fitosteroli, sostanze cui è riconosciuta una spiccata attività analgesica e antinfiammatoria.
L’artiglio del diavolo, assieme al ribes nigrum, è ritenuto un antidolorifico naturale di grande efficacia non solo contro il mal di testa, ma anche per i dolori cervicali, mal di schiena, tendiniti, osteoartrite, artrite reumatoide, contusioni, sciatica, artrosi e artrite. Questa pianta, inoltre, svolge anche un’attività antiossidante e condroprotettiva (di produzione delle cartilagini) poiché inibisce numerosi fattori di degradazione della cartilagine.
Artiglio del diavolo: dosaggio
L’artiglio del diavolo può essere assunto sotto forma di compresse e capsule, decotti e/o tisane, ma anche in tintura madre, macerato glicerico e persino in pomata. In genere sono consigliati la tintura madre nella dose di 40-50 gocce in poca acqua da assumere 2-3 volte al giorno o meglio ancora l’estratto secco titolato minimo all’1,8% di cui l’80% deve essere rappresentato da arpagoside. La dose giornaliera va da 10 a 16 mg per kg di peso corporeo. La pomata, spesso a base di artiglio del diavolo e di arnica, altra pianta dalle note proprietà antidolorifiche, è particolarmente indicata per i traumi locali.
Ci sono controindicazioni?
Pur avendo una tossicità molto bassa, l’artiglio del diavolo presenta delle controindicazioni. È sconsigliato in gravidanza poiché stimola e rinforza le contrazioni uterine e anticipa il parto, e durante l’allattamento, nei soggetti in cura con farmaci ipoglicemizzanti e in quei pazienti con ulcera duodenale e/o gastrite.
Da evitare anche per quei pazienti che seguono una terapia a base di antinfiammatori non steroidei (FANS), cortisone e farmaci aritmici e per coloro che utilizzano antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti con il warfarin per il quale è stata riscontrata una potenziale interazione, con possibile incremento del rischio di sanguinamento.
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