Cimicifuga, le proprietà

La cimicifuga racemosa (Actaea racemosa) è una pianta erbacea perenne, originaria delle zone soleggiate e umide del Nord America. I nativi americani la utilizzavano per la cura dei disturbi ginecologici e il nome deriva dal fatto che il suo forte odore è in grado di tenere lontano le cimici. A scopo fitoterapico sono impiegate le radici con il rizoma, dove si concentrano i principi attivi. Vediamo insieme quali sono le sue proprietà, gli usi e le controindicazioni.
Proprietà della cimicifuga
La proprietà più nota della cimicifuga è quella di alleviare i sintomi tipici della menopausa (vampate di calore e disturbi del tono dell’umore). Questa pianta è infatti in grado di inibire l’ormone luteinizzante (LH), che tende ad aumentare in menopausa.
Grazie alla sua azione estrogeno-simile, la cimicifuga si rivela utile anche in caso di sindrome premestruale, dolori mestruali (dismenorrea), mestruazioni scarse (oligomenorrea) e deficit ormonali a seguito di asportazione di utero ed ovaie. Il merito è dei fitoestrogeni in essa presenti, ovvero di quelle sostanze che svolgono una funzione simile a quella degli ormoni estrogeni, anche se più blanda.
La cimicifuga vanta anche proprietà antinfiammatorie e antireumatiche, in particolare in pazienti con artrosi, dolori muscolari e nevralgie e sembra piuttosto efficace contro la cefalea, soprattutto in quella di origine muscolotensiva.
Uso della cimicifuga
La forma migliore per assumere la cimicifuga è l’estratto secco, la cui dose giornaliera va da 0,6 a 1 mg per kg di peso corporeo, suddivisa in 2 somministrazioni, preferibilmente lontano dai pasti. La tintura madre e l’estratto fluido, infatti, non offrono garanzie sul contenuto dei principi attivi.
La cimicifuga può essere associata anche a piante ad altre ad azione estrogenica come la salvia, l’angelica, l’erba medica, il luppolo e il ginseng.
In alternativa si può assumere il rimedio omeopatico di cimicifuga, 20 gocce diluizione 3D, 3 volte al giorno 1 ora prima dei pasti in caso di disturbi della menopausa.
Per regolarizzare il ciclo mestruale, invece, 3 granuli o 10 gocce, diluizione 5CH, 3 volte al giorno.
In caso di cefalee e dolori reumatici la dose è di 3 granuli o 10 gocce, diluizione 6CH, 3 volte al giorno.
Controindicazioni
La cimicifuga, ai dosaggi consigliati, non ha effetti secondari tossici; tuttavia, in caso di uso continuativo, è consigliabile l’assunzione a cicli, con interruzioni di 2 mesi.
Il rimedio è controindicato, invece, nelle persone che soffrono di ulcera gastrica, disfunzioni o malattie epatiche, durante la gravidanza (può aumentare la contrazione della muscolatura liscia uterina) e l’allattamento e in caso di sensibilizzazione all’acido acetilsalicilico. Inoltre, va usata con cautela insieme a farmaci fluidificanti del sangue (es. digitalici e atropina), poiché può potenziarne l’effetto e causare sanguinamenti eccessivi. Per via dell’azione estrogenica ed anti-LH, potrebbe interagire anche con i contraccettivi orali.
Proprietà della cimicifuga
La proprietà più nota della cimicifuga è quella di alleviare i sintomi tipici della menopausa (vampate di calore e disturbi del tono dell’umore). Questa pianta è infatti in grado di inibire l’ormone luteinizzante (LH), che tende ad aumentare in menopausa.
Grazie alla sua azione estrogeno-simile, la cimicifuga si rivela utile anche in caso di sindrome premestruale, dolori mestruali (dismenorrea), mestruazioni scarse (oligomenorrea) e deficit ormonali a seguito di asportazione di utero ed ovaie. Il merito è dei fitoestrogeni in essa presenti, ovvero di quelle sostanze che svolgono una funzione simile a quella degli ormoni estrogeni, anche se più blanda.
La cimicifuga vanta anche proprietà antinfiammatorie e antireumatiche, in particolare in pazienti con artrosi, dolori muscolari e nevralgie e sembra piuttosto efficace contro la cefalea, soprattutto in quella di origine muscolotensiva.
Uso della cimicifuga
La forma migliore per assumere la cimicifuga è l’estratto secco, la cui dose giornaliera va da 0,6 a 1 mg per kg di peso corporeo, suddivisa in 2 somministrazioni, preferibilmente lontano dai pasti. La tintura madre e l’estratto fluido, infatti, non offrono garanzie sul contenuto dei principi attivi.
La cimicifuga può essere associata anche a piante ad altre ad azione estrogenica come la salvia, l’angelica, l’erba medica, il luppolo e il ginseng.
In alternativa si può assumere il rimedio omeopatico di cimicifuga, 20 gocce diluizione 3D, 3 volte al giorno 1 ora prima dei pasti in caso di disturbi della menopausa.
Per regolarizzare il ciclo mestruale, invece, 3 granuli o 10 gocce, diluizione 5CH, 3 volte al giorno.
In caso di cefalee e dolori reumatici la dose è di 3 granuli o 10 gocce, diluizione 6CH, 3 volte al giorno.
Controindicazioni
La cimicifuga, ai dosaggi consigliati, non ha effetti secondari tossici; tuttavia, in caso di uso continuativo, è consigliabile l’assunzione a cicli, con interruzioni di 2 mesi.
Il rimedio è controindicato, invece, nelle persone che soffrono di ulcera gastrica, disfunzioni o malattie epatiche, durante la gravidanza (può aumentare la contrazione della muscolatura liscia uterina) e l’allattamento e in caso di sensibilizzazione all’acido acetilsalicilico. Inoltre, va usata con cautela insieme a farmaci fluidificanti del sangue (es. digitalici e atropina), poiché può potenziarne l’effetto e causare sanguinamenti eccessivi. Per via dell’azione estrogenica ed anti-LH, potrebbe interagire anche con i contraccettivi orali.
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