Elettrostimolazione estetica

L’elettrostimolazione è un metodo impiegato per aumentare il tono e il trofismo della muscolatura. La tecnica prevede l’applicazione di elettrodi cutanei monouso sui muscoli che si vogliono stimolare attraverso l’emissione di corrente elettrica a intensità variabile (secondo la sensibilità del soggetto e del risultato che si desidera ottenere).
Negli ultimi anni questa tecnica è utilizzata anche come strumento per dimagrire. Ma è davvero efficace? Proviamo a fare chiarezza, per capire il corretto utilizzo degli elettrostimolatori e il loro effettivo potere dimagrante.
L'elettrostimolazione estetica fa dimagrire?
Uno dei motivi più comuni dell’acquisto di un elettrostimolatore è il dimagrimento. Va tuttavia subito precisato che a tutt’oggi non esistono studi certi sugli effetti dell’elettrostimolazione per eliminare la cellulite, favorire il dimagrimento o scolpire addome, cosce e glutei. Per perdere peso o rassodare i muscoli, infatti, è necessario stimolare il sistema nervoso centrale (ipotalamo e ipofisi), poiché è lì che inizia la produzione di ormoni che, attraverso una serie di passaggi, permettono di bruciare grassi e tonificare i muscoli. L’elettrostimolazione, invece, agisce a livello periferico e perciò non produce variazioni dell’assetto ormonale. Senza contare che il grasso brucia soltanto in presenza di ossigeno e questo accade durante e dopo l’attività fisica. L’elettrostimolazione non si può certamente definire attività fisica, ma solo come strumento che induce contrazioni muscolari passive.
Associata a una leggera attività fisica, l'elettrostimolazione può tuttavia produrre un leggero miglioramento dal punto di vista estetico: favorendo la microcircolazione, la stimolazione elettrica favorisce l'effetto drenante e modellante.
Quando serve l’elettrostimolazione?
L’elettrostimolazione risulta valida invece all’inizio della terapia riabilitativa, ad esempio dopo un infortunio o dopo un intervento chirurgico. Non a caso esistono programmi antalgici o miotrofici per contrastare il dolore o ristabilire tono e forza in un muscolo che ha subito una lunga immobilità. L’elettrostimolazione consente perciò di recuperare in tempi rapidi la contrattilità e il volume dei muscoli colpiti.
La contrazione muscolare aiuta anche a ridurre gli effetti degli edemi da stasi venosa e linfatica, legati al trauma e all’immobilizzazione prolungata. L’elettrostimolazione, inoltre, è in grado di sedare la trasmissione dolorosa, “spegnendo”, attraverso gli impulsi elettrici, le terminazioni nervose della zona interessata, facilitando il percorso riabilitativo.
L’elettrostimolatore, dunque, non deve essere usato come surrogato dell’attività sportiva, per dimagrire o quando la muscolatura è già tonica. In tutti questi casi, infatti, è del tutto inutile, nonostante la pubblicità in questo senso sia martellante.
Controindicazioni
L’utilizzo dell’elettrostimolatore è controindicato per le persone portatrici di pace maker, in caso di epilessia o tumori e per le donne in gravidanza. L’elettrostimolazione è sconsigliata anche in caso di ferite aperte e fragilità capillare periferica.
Negli ultimi anni questa tecnica è utilizzata anche come strumento per dimagrire. Ma è davvero efficace? Proviamo a fare chiarezza, per capire il corretto utilizzo degli elettrostimolatori e il loro effettivo potere dimagrante.
L'elettrostimolazione estetica fa dimagrire?
Uno dei motivi più comuni dell’acquisto di un elettrostimolatore è il dimagrimento. Va tuttavia subito precisato che a tutt’oggi non esistono studi certi sugli effetti dell’elettrostimolazione per eliminare la cellulite, favorire il dimagrimento o scolpire addome, cosce e glutei. Per perdere peso o rassodare i muscoli, infatti, è necessario stimolare il sistema nervoso centrale (ipotalamo e ipofisi), poiché è lì che inizia la produzione di ormoni che, attraverso una serie di passaggi, permettono di bruciare grassi e tonificare i muscoli. L’elettrostimolazione, invece, agisce a livello periferico e perciò non produce variazioni dell’assetto ormonale. Senza contare che il grasso brucia soltanto in presenza di ossigeno e questo accade durante e dopo l’attività fisica. L’elettrostimolazione non si può certamente definire attività fisica, ma solo come strumento che induce contrazioni muscolari passive.
Associata a una leggera attività fisica, l'elettrostimolazione può tuttavia produrre un leggero miglioramento dal punto di vista estetico: favorendo la microcircolazione, la stimolazione elettrica favorisce l'effetto drenante e modellante.
Quando serve l’elettrostimolazione?
L’elettrostimolazione risulta valida invece all’inizio della terapia riabilitativa, ad esempio dopo un infortunio o dopo un intervento chirurgico. Non a caso esistono programmi antalgici o miotrofici per contrastare il dolore o ristabilire tono e forza in un muscolo che ha subito una lunga immobilità. L’elettrostimolazione consente perciò di recuperare in tempi rapidi la contrattilità e il volume dei muscoli colpiti.
La contrazione muscolare aiuta anche a ridurre gli effetti degli edemi da stasi venosa e linfatica, legati al trauma e all’immobilizzazione prolungata. L’elettrostimolazione, inoltre, è in grado di sedare la trasmissione dolorosa, “spegnendo”, attraverso gli impulsi elettrici, le terminazioni nervose della zona interessata, facilitando il percorso riabilitativo.
L’elettrostimolatore, dunque, non deve essere usato come surrogato dell’attività sportiva, per dimagrire o quando la muscolatura è già tonica. In tutti questi casi, infatti, è del tutto inutile, nonostante la pubblicità in questo senso sia martellante.
Controindicazioni
L’utilizzo dell’elettrostimolatore è controindicato per le persone portatrici di pace maker, in caso di epilessia o tumori e per le donne in gravidanza. L’elettrostimolazione è sconsigliata anche in caso di ferite aperte e fragilità capillare periferica.
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